 |
La mostra fotografica
"San Terenziano Lavora" di Paolo
Alvioli, vuole raccontare,
attraverso le immagini, l'affascinante percorso di crescita e
ammodernamento, che il Paese di San Terenziano ha fatto nel campo del
sistema lavoro e di stile di vita, a partire dagli anni
cinquanta fino ad oggi, utilizzando nel migliore dei modi le
risorse naturali e la creatività dei suoi abitanti. Sviluppo
considerato a piu' alto incremento urbanistico ed economico,
rispetto a quello di ogni altra realta' del circondario.
Le
creazioni dell'Album
fotografico evidenziano l’esistenza
di un filo conduttore comune fra l'ambiente naturale e l'evoluzione
dei metodi di lavoro, che ha consentito a San Terenziano di divenire
un centro moderno ed attivo, come oggi puo' vantare di essere,
senza peraltro stravolgere la sua naturale vocazione di zona
residenziale e turistica.
La prima tappa del cambiamento comincia a meta'
anni cinquanta, quando anche nelle campagne di
San Terenziano arriva il trattore moderno.
Da quel
momento nei sistemi dei lavori agricoli e non solo, l'energia
meccanica sostituisce quella animale ed umana. Gli attrezzi
agricoli, oltre ad essere trainati dal trattore, vengono
comandati dal posto di guida. Il modello produttivo del podere,
condotto
da un nucleo famigliare molto numeroso, cede il posto al modello di
azienda agricola, organizzata sul salariato e la forma
estensiva della produzione e sulla pratica della monocoltura.
Dal lavoro sinonimo di fatica, si arriva ben presto al lavoro
delle competenze, meno faticoso e piu' gratificante. Comincia
cosi' l'era della meccanizzazione per i
lavori di aratura, per la semina, per la raccolta dei prodotti e per
la preparazione dei foraggi, con la conseguente decolonizzazione
della campagna e tutta una serie di arnesi agricoli finisce nelle
aie. Il
passaggio all'impiego sistematico di macchine agricole
complesse, e' stato poi un naturale susseguirsi d'innovazioni,
senza soluzione di continuita', che hanno dato
all'agricoltura produttivita' ed efficienza.
L'apertura
delle cave per l'estrazione e la
lavorazione della pietra rosa, in un primo tempo eseguita con
arnesi elementari (pala, piccone, palo, scalpello e mazzetta), e'
la prima conseguenza della rivoluzione agricola e costituisce un
altro momento importante per San Terenziano, permettendo a tanti
disoccupati di inventarsi un lavoro e allontanando cosi' lo
spettro dello spopolamento del Paese. Questa
nuova attivita' ebbe nuovo impulso, dopo i primi anni magra,
con la sostituzione nel ciclo lavorativo degli attrezzi manuali con
quelli meccanizzati, quali moto pale, escavatrici, frantoi,
e con l'affermarsi nel trasporto di camion col
cassone alzabile, rivelandosi trainante anche per la nascita di altri
importanti settori lavorativi: nel campo dei trasporti, delle
costruzioni e del commercio. Via via si sono formate molte piccole
imprese a conduzione familiare e cooperative artigiane che nel tempo
hanno raggiunto le dimensioni di vere e proprie imprese industriali,
fino alla creazione di una importante Zona CAI.
Oggi
solo scrutando fra gli angoli di questi moderni insediamenti
o nella profondita' delle cave, al tacere dei complessi
macchinari, possiamo riportare alla nostra memoria e ricordare con
affetto arnesi, cose e fatti che, un tempo non molto lontano, sono
stati compagni di vita di coloro che con sudore e fatica hanno
permesso che avvenisse quello che e' avvenuto.
La decolonizzazione della campagna ha determinato,
come conseguenza successiva, la pressante richiesta di nuove
abitazioni da parte sia di coloro che si apprestavano a formarsi un
proprio nucleo famigliare, sia dalle famiglie che arrivano dai paesi
e vicine campagne. Questi hanno trovato nella
benemerita persona di Don Leonello, Arciprete di San Terenziano, un
determinato sostenitore, il quale, superate alcune resistenze, ha
messo in vendita un primo appezzamento di terreno, denominato la
“campetta”, nel quale sono partite le prime costruzioni di
singole abitazioni.
A
livello locale l'arrivo sul mercato dei nuovi laterizi quali
pignatte, tavelle, forati e i nuovi leganti come il cemento e la
calce in polvere, hanno permesso al sistema delle costruzioni un
salto di qualità ed efficienza, che sara' poi
determinante al passaggio di tutto l'Altipiano da zona rurale a
zona residenziale. La betoniera sostituisce i vecchi arnesi per fare
la malta, il montacarichi e la gru mettono a riserva la carrucola.
Dal muratore tuttofare nascono le figure del carpentiere, del
piastrellista, dell'imbianchino, del manovale. Lo sviluppo delle
costruzione, inoltre, ha imposto alle piccole imprese locali del
trasporto pesante, una forte spinta all'ammodernamento dei propri
mezzi; spariscono i ruderi del dopo guerra per far posto agli
autocarri di nuova generazione. Nell'immediato,
coloro che decidevano di costruirsi la propria casetta, preferiscono
acquistare singoli lotti di terreno, meglio se lungo il fronte
stradale e in quantita' sufficiente per ricavarci anche un
piccolo orticello.
Con l’introduzione del
Piano Regolatore, hanno preso
il via vere e proprie aree residenziali: sorgeranno a distanza di
pochi anni il Villaggio Pippi, la zona del Monte,
la zona del Belvedere, la zona del PEP,
l’ampliamento dell’urbanizzazione della Zona Fossambola
e la ristrutturazioni di complessi abitativi, nonche' la
costruzione di pregevoli ville con giardino e complessi condominiali.
Nel
corso degli ultimi decenni, con la crescente domanda dell'edilizia
residenziale, ha preso il via l'opera di recupero delle numerose
case coloniche disabitate sparse un po' ovunque nella campagna,
che, oltre ad incrementare l'efflusso del turismo residenziale,
hanno fornito una ricchezza aggiuntiva a tutta l'economia locale.
Sempre in quegli anni,
l'iniziativa da ricordare
ancora oggi, fiore all'occhiello del Paese, e' la messa in
opera della prima pietra per la costruzione del Parco dell'Asilo
Parrocchiale, fortemente voluto dal compianto Don Leonello. Il Parco e' stato ed e' tuttora il cuore
verde di San Terenziano che, insieme ai successivi impianti
sportivi, costituiscono una offerta turistica di prima qualita'.
Successivamente
all'apertura dell'Istituto
Preventorio come colonia permanente, voluto e gestito da lungimiranti
concittadini, sotto l'egida dell'ex ENAOLI, per il soggiorno
terapeutico di bambini provenienti dalle vicine Regioni, San
Terenziano ha avuto tutta la visibilita' necessaria per
accreditarsi come localita' climatica, aprendo cosi' la
strada all’attivita' turistica residenziale ancora oggi
fiorente. La naturale ventilazione
rende il clima dell'Altipiano fresco ed asciutto, con percentuale
di ossigeno nell'aria pari a quello delle maggiori altitudini, ma
col vantaggio che la minore pressione atmosferica rende il soggiorno
più adatto agli scopi curativi. L'Istituto,
trasformato successivamente in Albergo di pregio e qualità, ha
mantenuto lo stesso credito di Complesso residenziale, indicato per
soggiorni prolungati di una clientela selezionata e di gruppi
sportivi per la loro preparazione atletica.
A
meta' degli anni cinquanta finisce l'incubo
dell'acqua corrente e della polvere nelle case. Fino a quel
periodo, escluse poche abitazioni, nessuna aveva l'acqua corrente e
l'approvvigionamento dell'acqua per i molteplici usi domestici,
tramite il prelevamento dalla sorgente le “fontane” o dal quella
del “trocco”, site a valle del Paese, veniva effettuata tramite
brocche da 15–20 litri portate in testa dalle donne con ripetuti
viaggi giornalieri. Le
fontane erano formate da una serie di quattro vasche,
poste a valle di un unico tubo di uscita e a dislivello calante, in
modo che l'acqua che fuoriusciva dalla prima adibita ad abbeverare
il bestiame, alimentasse quella riservata al lavaggio delle verdure,
da questa a quella per il risciacquo dei panni, per finire in quella
del primo lavaggio dei panni o di quelli appena tolti dal catino del
bucato. L'opera che ha fatto arrivare l'acqua nelle case e'
stata un evento epocale per il Paese in quanto ha trascinato con se'
altre importanti opere: dalla rete fognaria pubblica alla bitumatura
della piazza e delle vie adiacenti.
Tutto
cio' non solo ha fatto gioire le donne che, piu' di ogni
altro componente della famiglia, ogni giorno dovevano sobbarcarsi la
fatica dell'approvvigionamento idrico, ma ha contribuito a cambiare
lo stile di vita delle famiglie e ad arricchire il sistema economico
del settore servizi igienici indispensabili alla cura della persona e
all’arredamento della casa moderna.
Poco
piu' tardi, infatti, sorgono le prime esposizioni e rivendite
di casalinghi, mobili e abbigliamento che richiameranno acquirenti
di un bacino extraregionale. Nella prima metà
degli anni sessanta, con l'ammodernamento e la bitumatura della
strada Provinciale Marciano-Viepri e immediatamente la diramazione
per Foligno, San Terenziano esce da quell'isolamento viario
secolare che lo aveva penalizzato in ogni sua prerogativa di sviluppo
fin dai tempi remoti.
La
storia
lavorativa di San Terenziano e' complessa ma articolata in
punti fondamentali che le immagini cercano di ricostruire.
Guida - Mostra
"S.Terenziano lavora" di Paolo Alvioli -- S. Terenziano,
30,31, luglio, 1, 5,6,7,8, agosto, 1 settembre 2004 |
|